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Vinitaly, riflettori puntati sul Recioto per Cantina Valpolicella Negrar

DiRedazione

Apr 12, 2016

Amarone e Ripasso oggi sono determinanti per il successo vitivinicolo della Valpolicella. Flaming_Lips_Aperitivo_ReciotoSpumanteCantinaValpolicellaNegrarMa se chiedete ad un valpolicellese quale sia il vino più prestigioso del territorio, questi risponderà che è il Recioto, vino passito rosso dolce che rappresenta la storia e la tradizione viticola della Valpolicella, tanto che ancor oggi cadenza le festività e i momenti di vita quotidiana più importanti. Penalizzato dal cambio di gusto avvenuto nel tempo a favore del secco, il Recioto è pressoché sconosciuto al di fuori dei confini della Valpolicella, a dispetto di chi ne apprezza la bontà, l’equilibrio e l’eleganza. Sul suo successo internazionale è pronto però a scommettere Daniele Accordini, enologo e direttore di Cantina Valpolicella Negrar, convinto del fatto che “al mondo sono rari i vini che si possono fregiare di essere rossi, dolci e passiti“.

Le anime del Recioto. A Vinitaly 2016, la Cantina ha deciso quindi di puntare i riflettori sul vino “icona” per la Valpolicella, oggi prodotto dalla maggior parte dei viticoltori solo nella versione ferma affinata in acciaio, organizzando unadegustazione che contemplava ben 6 tipologie di Recioto, in modo da dare un excursus tra tradizione e innovazione, servite ciascuno con abbinamenti a tutto pasto, non solo quindi limitati al dessert: dal Recioto rifermentato in bottiglia, tipologia oggi limitata al consumo familiare, usata per l’ospitalità valpolicellese, in questa occasione servito con la sopressa all’Amarone Domini Veneti Caprini di Negrar, prima classificata al Campionato Italiano del Salame 2015, si è passati al Recioto spumante, tipologia prodotta fin dagli anni Trenta del secolo scorso ininterrottamente solo dalla Cantina, e poi ancora al Recioto da Palio, ossia quello fresco d’annata che viene fatto debuttare nel periodo pasquale alla festa del Recioto, per passare al Recioto Classico, la versione ferma affinata in acciaio, e poi al Recioto Vigneti di Moron, cru fermo affinato in legno, servito in 2 annate, 2012 e 2001, per finire con una rarità del passato, prodotta nuovamente dalla Cantina, il Recioto Amando.

Un futuro da costruire. “Il Recioto è un vino che difficilmente trova paragoni per variabilità produttive, dovute ai diversi microclimi, agli stili produttivi, alle tipologie stesse. Diversità che danno al vino simbolo del territorio un nuovo fattore competitivo. Bisogna ricordare, soprattutto, che per diventare universali è necessario essere locali, ed il Recioto esprime la vera essenza della tipicità della Valpolicella“, ha affermato Accordini. “Oggi le aziende vitivinicole della Valpolicella dedicano poca attenzione al Recioto, forse perché lo danno perdente in partenza, mentre a livello internazionale, in un mondo dove il passito è convenzionalmente definito come bianco ed il rosso è una novità,il Recioto ha molte potenzialità, specie in alcuni Paesi dove la cucina è alla ricerca di sapori particolari che si facciano ricordare. La Cantina ne produce 60 mila bottiglie l’anno nelle varie tipologie, vendiamo il 72 per cento in Italia, con il 50 per cento in provincia di Verona, e il rimanente 28 per cento all’estero, Finlandia, Svezia e Russia soprattutto. Per aumentare il mercato, dobbiamo farci aiutare dagli chef e dalla loro maestria nel proporre nuovi abbinamenti. Solo così il Recioto potrà presentarsi al grande pubblico non come figlio minore dell’Amarone ma come vino di grande personalità“.

Nella dolcezza del Recioto la chiave di volta per arrivare a nuovi consumatori. Si chiama Flaming Lips, labbra fiammeggianti, in onore dei suoi bei riflessi rubino violacei, l’aperitivo a base di Recioto spumante proposto dalla Cantina in occasione di Vinitaly 2016. Appena lo si beve, predominano le note dolci reciotate per lasciare subito posto a quelle fresche del mix di liquori, acqua tonica e lime che lo compongono. “Il Recioto spumante è una rarità vinicola che vorremmo non fosse più tale, per la bontà e per il valore territoriale intrinseco, viste le particolarità della tipologia, riteniamo possa essere perfetto anche per l’aperitivo, non solo per il dessert“, commenta Natascia Lorenzi, responsabile marketing e comunicazione della Cantina.

Un passato millenario. La storia del Recioto risale al tempo degli antichi Romani e al famoso vino Retico decantato e apprezzato dai poeti latini. Il nome deriva probabilmente dal termine “Recia”, che nel dialetto veneto significa orecchio. Un tempo, infatti, si usava scegliere per questo vino solo le parti laterali del grappolo perché più mature e zuccherine. Simbolo della viticoltura della Valpolicella Classica basata sulla tecnica millenaria dell’appassimento naturale, per il Recioto si usano le uve più mature dei vitigni autoctoni Corvina, Corvinone e Rondinella selezionate a mano a settembre, lasciate ad appassire in fruttaio per 100/130 giorni e pigiate tra gennaio e febbraio. Uve e tecnica di appassimento sono le stesse impiegate nella produzione dell’Amarone, ma nel Recioto la fermentazione viene interrotta in modo da ottenere un vino con una parte zuccherina importante. LeAnimedelReciotoCantinaValpolicellaNegrar

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