Oltre 120 giornalisti da 15 paesi, 80 aziende coinvolte e centinaia di partecipanti. Sono questi i numeri della prima edizione dell’Alto Adige Wine Summit, l’evento che il 22 e 23 settembre a Bolzano ha celebrato i vini del territorio e che punta a diventare un appuntamento fisso del settore con cadenza biennale.

La kermesse ha visto seminari, degustazioni verticali e al buio, eventi riservati alla stampa e soprattutto   l’attesissima Anteprima: un banco di assaggio dedicato alla presentazione di una selezione di vini non ancora presenti sul mercato, tra cui le Riserve dell’annata 2015 e alcuni campioni del 2016. La qualità delle etichette proposte e la possibilità di incontrare di persona i cinquantasei produttori presenti hanno decretato il successo dell’appuntamento, seguito il giorno successivo da Wine Stories: un percorso affascinante aperto al pubblico di appassionati, in cui la degustazione è stata arricchita dall’elemento emozionale legato ai racconti dei produttori. Sessantotto i vini proposti in questo contesto, selezionati da altrettante cantine come i più rappresentativi della propria offerta.

 

Bilancio positivo quindi per la prima edizione, soprattutto per la presenza di stampa e operatori del settore internazionali provenienti, oltre che dall’Italia, da Svizzera, Austria, Germania, UK, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Olanda, Repubblica Ceca, Polonia, Russia, USA, Cina, Giappone. “Il battesimo del Wine Summit è molto positivo: siamo riusciti a creare un evento che ha radunato una platea internazionale – ha commentato Werner Waldboth, direttore marketing del Consorzio Vini Alto Adige – La promozione dell’Alto Adige nel mondo è fondamentale per affrontare il mercato del vino attuale, senza dimenticare i consumatori locali che rappresentano una parte importante delle nostre vendite”.

 

Gli fa eco il presidente del Consorzio Max Niedermayr: “Trent’anni fa l’Alto Adige ha iniziato a percorrere la strada della qualità, incontrando il favore degli amanti del vino in Italia e nel mondo. Quest’anno stiamo vivendo una vendemmia complicata da condizioni meteorologiche che incideranno sui quantitativi, ma il meticoloso lavoro in campo e in cantina ci darà vini di alto livello”.

 

Durante il Wine Summit si è guardato alla storia che in pochi decenni ha portato l’Alto Adige ai vertici della vitivinicoltura, ma anche al futuro. Una delle sfide dei prossimi anni sarà quella di mantenere identità e originalità nell’interpretare i 20 vitigni che popolano il territorio. Ne ha parlato il giornalista internazionale Walter Speller, che ha sottolineato come l’Alto Adige rappresenti un esempio per altre regioni vinicole e possa ulteriormente rafforzarsi in questo ruolo, anche lavorando su uve autoctone tradizionali come Schiava e Lagrein.

 

Infine, nel corso della manifestazione si è discusso anche di cambiamenti climatici: l’Alto Adige, grazie all’eterogeneità di terreni, microclimi e altitudini, ha a disposizione alcuni strumenti importanti da mettere in campo. Ad esempio, tra le prospettive emerse c’è quella di introdurre la viticoltura al di sopra dei mille metri insieme allo studio, già in atto nel mondo vinicolo, per identificare i vitigni migliori per queste fasce d’altezza.

 

L’appuntamento con la prossima edizione dell’Alto Adige Wine Summit è per settembre 2019.

Di Redazione

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