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Tre nuovi vini dal cuore verde per Ruffino

DiA.L.

Mag 8, 2019
Immagine tratta dalla pagina Facebook di Ruffino

Dall’anno della sua fondazione, nel 1877, l’azienda vitivinicola toscana Ruffino si è dedicata alla produzione di vini capaci di raccontare l’Italia nel mondo avvicinando enoappassionati di ogni nazionalità alle sue tradizioni enogastronomiche e al suo stile di vita. 142 anni dopo l’azienda è pronta a lanciare un nuovo importante messaggio portando oltre 200 ettari di vigneti in conduzione biologica.

Ruffino, che da tempo ha introdotto pratiche sostenibili per la gestione delle sue tenute, nell’ultimo anno ha deciso di compiere un ulteriore passo in questa direzione. Prima con l’acquisizione nel 2018, di Poderi Ducali, oltre 126 ettari di vigneti nell’area del Prosecco DOC tutti a conduzione biologica certificata. Qui si producono due vini BIO: il Prosecco Treviso DOC e il Pinot Grigio delle Venezie DOC. Poi con l’uscita sul mercato EMEA del nuovo Chianti DOCG Bio.

Il medesimo anno ha infatti segnato anche l’inizio dell’iter di conversione di due importanti tenute toscane: Greppone Mazzi a Montalcino e Poggio Casciano nel Chianti Colli Fiorentini. Questo passaggio al biologico sul territorio toscano coinvolgerà, al termine del processo, oltre 72 ettari. Nel 2021 il 40,7% dei vigneti di proprietà di Ruffino sarà così a conduzione biologica.

Un importante traguardo per Ruffino Cares, il marchio-contenitore di tutte le iniziative e i progetti che Ruffino dedica alla sempre più importante tematica della responsabilità sociale d’impresa (CSR) e che in Ruffino si incarna in 3 pilastri: la sostenibilità ambientale appunto, il bere responsabile e la beneficenza (“giving back”).

La tutela dell’ambiente e della sua biodiversità attraverso l’uso di pratiche sostenibili in vigneto e nella gestione della cantina sono diventati negli anni elementi imprescindibili per Ruffino. Già nel 2018 le nostre tenute avevano ricevuto l’attestazione “Biodiversity Friend” della World Biodiversity Association. – dichiara Maurizio Bogoni direttore delle Tenute Ruffino – Amiamo il nostro territorio, questo processo di conversione biologica rappresenta il nostro impegno a voler salvaguardare questi luoghi unici in cui abbiamo la fortuna di operare. Una “naturale” evoluzione delle pratiche che da anni abbiamo instaurato nella gestione delle nostre tenute. Da tempo col nostro team pratichiamo una viticoltura di precisione che ci porta a gestire i diversi vigneti in base alle loro caratteristiche pedoclimatiche. Questo ci ha permesso di ridurre significativamente l’uso di erbicidi e pesticidi rendendo fondamentale il tempismo delle operazioni meccaniche della nostra squadra e il monitoraggio continuo dello stato di salute dei vigneti, al fine di prevenire fitopatologie”


Ma l’impegno di Ruffino non si è limitato alla gestione dei vigneti. Tutte le fasi di produzione seguono un protocollo volto a ridurre l’impatto ambientale dell’azienda. Ad esempio i flussi d’acqua in entrata ed in uscita vengono monitorati costantemente e tutti i residui chimici inquinanti presenti nelle acque reflue vengono eliminati attraverso un processo di filtraggio e purificazione realizzato da piante coltivate nei bacini di fitodepurazione nelle tenute La Solatia, Greppone Mazzi e Gretole. In questo modo l’acqua purificata può essere riutilizzata e adoperata nelle operazioni di irrigazione e pulizia. Stessa attenzione viene impiegata anche per quanto concerne l’emissione di gas effetto serra, la gestione dei rifiuti volta al riciclo di oltre l’85% dei materiali di scarto e l’utilizzo sempre maggiore di energia da fonti rinnovabili”

 

 

Fonte: u.s. Ruffino

 

 

 

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