La Federazione Russa intende spendere 4mld di rubli (56mln di euro) nel 2016 a sostegno del comparto del vino, una cifra quadrupla rispetto alla dotazione di quest’anno e di 13 volte superiore a quella stanziata nel 2014.
E ancora, entro il 2020 il vigneto russo, il Paese più esteso al mondo, potrà contare, come annunciato dal ministro dell’Agricoltura, Aleksandr Tkachev, su 140mila ettari contro gli attuali 87mila.
Lo riporta l’agenzia di stampa web Wine Strategies, che ha ripreso anche la proposta dei viticoltori russi di creare un fondo destinato all’impianto di nuovi vigneti per aumentare la produzione di vino russo di alta qualità attingendo, tra l’altro, ai fondi delle accise dei vini stranieri, che occupano 1/3 del mercato.
Nel frattempo – secondo Wine Strategies – il ministero dell’Agricoltura sta prendendo in considerazione la possibilità di abolire le restrizioni sull’importazione di barbatelle dall’Europa e la drastica riduzione delle imposte a carico dei produttori delle aree vocate (nella regione di Krasnodar, nel Caucaso del Nord e nella regione di Rostov).
Oltre alle nuove possibilità di mercato per l’indotto, sarà anche il vino tra i protagonisti del ‘made with Italy’ dei nostri imprenditori in Russia, sempre più sul tavolo dei rapporti bilaterali tra Roma e Mosca?