Una rassegna fieristica dedicata al libro antico e da collezione, con un ospite di riguardo: ARTUSI LA SCIENZA IN CUCINA Filippo NigroPellegrino Artusi. Al suo celebre Manuale, cardine dell’identità degli italiani in cucina, sarà dedicata una mostra collaterale, ospitata nella prima edizione di “C’era una volta il libro”, a Cesena Fiera sabato 20 e domenica 21 febbraio 2016. Esposte le 15 edizioni del ricettario “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” curate direttamente dal gastronomo, e quelle successive, nonché i suoi due saggi critici su Ugo Foscolo e Giuseppe Giusti. Il tutto proveniente dalla collezione privata di un collezionista, Vittorio Maltoni.

 

Quella di ospitare una mostra dedicata ad Artusi all’interno di una fiera i cui protagonisti sono i libri antichi e rari, manifesta la voglia della sua terra d’origine, la Romagna, di far conoscere la curiosa storia del suo celebre ricettario di cui lo stesso Artusi scrisse “La storia di un libro che rassomiglia alla storia della Cenerentola”.

Il volume “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, infatti, non nasce così come lo conosciamo oggi, ma si è arricchito poco a poco fino a raggiungere l’assetto definitivo contenente 790 ricette, solo nel 1909. La storia del testo passa, quindi, attraverso un numero di rielaborazioni che hanno interessato non solo le molteplici aggiunte e la struttura, ma anche la veste linguistica.

La prima edizione risale al 1891, era formata da 475 ricette e comprendeva la dedica “A due de’ miei migliori amici dalla candida pelle”, sostituita in tutte le edizioni successive da “L’autore a chi legge”.

Ma la vera storia che fa somigliare questo libro alla favola di Cenerentola è un’altra. Pare che Artusi decise di pubblicare la sua opera per avere un riscontro di pubblico dopo che Francesco Trevisan, professore di lettere del liceo Scipione Maffei, l’aveva definita «un libro che avrà poco esito». E, di fatto, il gastronomo forlimpopolese non solo inizialmente fu costretto a pubblicare il volume a sue spese presso il tipografo fiorentino Salvatore Landi, perché faticò a trovare un editore che lo finanziasse, ma addirittura venne più volte screditato.

Le iniziali delusioni raccolte, tuttavia, non lo scoraggiarono dal portare avanti la sua impresa: «Con le tendenze del secolo al materialismo e ai godimenti della vita, verrà giorno, e non è lontano, che saranno maggiormente ricercati e letti gli scritti di questo genere», scrive un profetico Artusi nella prefazione del suo testo senza neppure immaginare quanto libri e programmi di cucina siano di tendenza nel XXI secolo.

Oggi l’Artusi è arrivato alla sua centoundicesima ristampa, superando l’augurio che gli porse l’illustre antropologo Paolo Mantegazza: «Nel darci questo libro voi avete fatto un’opera buona, e per questo io vi auguro cento edizioni!».

 

Oltre all’esposizione dedicata a Pellegrino Artusi, “C’era una volta il libro” ospiterà altre mostre collaterali raccontate e illustrate attraverso storici volumi d’epoca: “Scienza, terra e Wunderkammer” e un’antologia dei “Luneri di smembar”. Presente anche un’esposizione dedicata alla “Raffinata scrittura: due secoli di calamai e spargi polvere”.

 

“C’era una volta il libro” è un evento dedicato ai libri antichi, le stampe, le cartografie. Ospita una cinquantina di espositori da tutta Italia, a cui si aggiungono i 300 della mostra mercato “C’era una volta… antiquariato”, principale vetrina di settore della Romagna.

Di Redazione

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