Si chiama Soave Historical landscape ed è il titolo della nuova ricerca, voluta dal Consorzio di Tutela in collaborazione con lo IUAV di Venezia, dedicata alle “Colline Vitate del Soave”.
Il lavoro si pone come naturale prosecuzione del primo studio, sempre condotto dallo IUAV, che ha portato al riconoscimento ministeriale di primo Paesaggio rurale di interesse storico d’Italia e all’iscrizione all’interno del Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico.
Il nuovo progetto punta all’ambizioso obiettivo di proporre un modello di conservazione del paesaggio del Soave, basato sulla consapevolezza collettiva del suo valore culturale.

Lo studio sarà curato da Chrysafina Geronta, giovane assegnista di ricerca dello IUAV, originaria di Rodi e in Italia di otto anni e richiederà un intero anno di lavoro sul campo.

Soave Historical landscape rappresenta un ulteriore, nuovo tassello che va ad arricchire quanto fino ad oggi fatto dal Consorzio in tema di tutela e valorizzazione del comprensorio produttivo. Un impegno che la struttura consortile si è data dieci anni fa quando ancora in pochi credevano nella necessità di tutelare il paesaggio quale aspetto integrante della produzione enologica.
I muretti a secco, i capitelli votivi del Classico, la forme di allevamento della pergola, le vigne storiche coltivate secondo le tecniche della viticoltura eroica, così come i terrazzamenti e i ciglionamenti e numerosi altri elementi di edilizia tradizionale, rappresentano i tratti caratteristici  delle “Colline vitate del Soave”.
La definizione di linee guida metodologicamente innovative per la conservazione di questi elementi caratteristici, assieme alla rimozione e la mitigazione dei detrattori del paesaggio, saranno gli obbiettivi ultimi dell’intero lavoro di ricerca.

Il paesaggio del Soave, cristallizzato già negli anni Trenta dalla prima perimetrazione della zona di produzione di “vino tipico”, rappresenta uno dei più interessanti esempi in Italia dell’incontro della viticoltura con la prima modernità. La ricerca mira a tradurre il riconoscimento ministeriale in azioni innovative e concrete, accrescendo la consapevolezza di questo patrimonio storico-rurale nei principali attori (viticoltori, cittadini, amministratori, cantine, visitatori e consumatori).
Lo studio prevede indagini sul territorio attraverso mappature, rilievi e sondaggi sulla percezione del valore del paesaggio. Un focus particolare sarà su terrazzamenti e ciglionamenti, elementi caratteristici della zona produttiva del Soave, garanzia di integrità del suolo fertile e della qualità del prodotto.

L’ingresso della Doc del Soave nel Registro Nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico è stato certamente un riconoscimento per quanto fatto dal Consorzio negli anni passati, ma allo stesso tempo ha dato vita a un nuovo e più consapevole impegno verso la tutela e la promozione del paesaggio. Il restauro del capitello di San Rocchetto, facente parte del “Percorso dei dieci capitelli” o la guida cartacea “Il Soave: piccola guida per grandi esploratori“, scritta e illustrata dai bambini della scuola primaria di Soave, sono solo gli ultimi esempi di questa sensibilità da parte del Consorzio.

A partire dal 2006, infatti, il Consorzio, avvalendosi della collaborazione di Viviana Ferrario, docente allo IUAV di Venezia, è stato protagonista assoluto di questo percorso di valorizzazione del territorio, dando vita, con la pubblicazione del volume “Un paesaggio Soave”, a una riflessione a livello nazionale sul tema del paesaggio storico e della sua tutela.

Di Redazione

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