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Rosati Valtènesi: gusto e tradizione

DiFrancesco Di Pinto

Mar 28, 2022

Lodevole e pregevole iniziativa del Consorzio Valtènesi di immergersi in altri territori per far conoscere la splendida realtà dei rosé delle colline ad ovest del Lago di Garda.

Il matrimonio tra il Consorzio e Gambero Rosso è stato particolarmente centrato; i ristoranti le enoteche e le altre location attentamente selezionate ci hanno fatto ammirare ed assaporare nel miglior modo possibile i profumi ed i sapori del vigneto principe della zona: il Groppello.

È d’uopo una premessa generale sui tanto discussi vini rosati, sempre troppo poco considerati ed apprezzati nel nostro Paese. Notiamo negli ultimi anni, è vero, un aumento generalizzato del consumo di questa tipologia, e per paragone non possiamo che prendere come riferimento prima di tutto i cugini d’Oltralpe che ne consumano il 35% della loro produzione enologica globale. L’Italia anche se in crescita, limita ancora al 4% il consumo della produzione totale.

Per questo, vorremmo fornire il nostro piccolo contributo alla diffusione di questa realtà e per farlo, saputa l’iniziativa di questo consorzio così in espansione non abbiamo esitato a partecipare.

Scelta più che mai azzeccata, poiché fornito di radici solide, di tradizione e di genuinità sommate a tecniche e strumenti nuovi, che però mantiene intatte le sue peculiarità. La nascita quindi nel 1998 del Consorzio Garda Classico, nuovamente denominato nel 2012 Consorzio Valtènesi ha finalmente reso giustizia con lavoro di tanti esperti, alla conoscenza ed alla diffusione di questo splendido territorio.

L’elegante e ricercata atmosfera dell’Enoteca Trimani di Roma ha fatto da perfetta cornice ai tre banchi d’assaggio con 15 vini in degustazione. Una bollicina come introduzione ci sembrava d’obbligo e la cantina Bottenago ci ha soddisfatto ampiamente con il loro metodo classico Bottinus Garda Doc, delicato e sapido al tempo stesso con una buona persistenza. Da menzionare assolutamente subito dopo, della stessa cantina, il loro Anima Riviera Garda Classico Chiaretto Doc (Groppello, Marzemino, Barbera, Sangiovese) che sorprende per la sua armonia esaltando le caratteristiche della bellissima Vallata di Bottenago.

Sottolineiamo poi la Cantina Citari che sorge sul colle di S. Martino della Battaglia la quale mescola storia d’Italia e fine produzione enologica. Qui, presenta il suo 18 e Quarantacinque Riviera del Garda Classico Doc Chiaretto (nome derivato dall’ora della fine della sanguinosa battaglia del 24 giugno 1859). Di gusto più esotico e di ottima persistenza con un finale “dolcemente” amaro.

Non poteva mancare nella nostra serata un vino “futuro”. La cantina Pasini San Giovanni ha presentato il suo Rosagreen Valtènesi Doc Chiaretto di sole uve Groppello. Il significato è facilmente intuibile dal suo nome, uva e bio al servizio di un’eleganza fuori dal comune.

Ora però è giunto il momento di esporci: l’occasione ce la fornisce la cantina Le Chiusure con il loro Chiaretto Valtènesi, celebrando la potente identità territoriale miscelata alla finezza delle uve Groppello. Fresco e minerale si scosta abilmente da certi eccessi di aroma e di moda.

A conclusione ci piace menzionare il Metodo Molmenti estrapolando le note, riferito al Valtènesi Chiaretto, dal loro sito: «Il senatore veneziano di nome Pompeo Molmenti appassionato di viticoltura, nel lontano 1896, ebbe l’idea di inventare le sue regole per un nuovo vino. Ispirato dall’atmosfera distesa delle coste gardensi e dai viaggi fatti in Francia, mise a punto la tecnica di vinificazione in rosato del groppello. Nacque così il Chiaretto Valtènesi. Il procedimento era chiamato “vinificazione con svinatura per alzata di cappello”. Consisteva nel pigiare delicatamente le uve e lasciarle assieme alle bucce per poche ore – da qui la definizione “vino di una notte” – per ottenere la famosa colorazione rosa tenue. Oggi il metodo è ancora lo stesso, cambiano solo gli strumenti e l’esperienza che abbiamo fatto nel tempo».

 

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