Dopo il successo delle prime tre edizioni, torna alla Fondazione Edmund Mach la rassegna nazionale dei vini PIWI, in programma mercoledì 13 e giovedì 14 novembre presso la Sala Versini del Palazzo Ricerca e Conoscenza.
L’apertura della manifestazione, patrocinata da Piwi International Italia e Consorzio Innovazione Vite, è prevista alle ore 13.30, con i saluti del direttore generale, Mario Del Grosso Destreri, alla commissione composta da 30 esperti provenienti da tutta Italia selezionati tra giornalisti, sommelier ed enologi, che valuterà le 148 etichette in gara provenienti da tutta Italia. La cerimonia di premiazione è in programma giovedì 5 dicembre, presso l’aula magna della Fondazione.

Protagonisti della rassegna, che si è guadagnata un posto di rilievo nel panorama delle manifestazioni nazionali a carattere enologico, saranno i vini “resistenti” ovvero i vini prodotti con almeno il 95 per cento di uve provenienti da varietà PIWI (PilzWiderstandsfähig). Grande l’adesione da parte del mondo vitivinicolo italiano come confermano i numeri di questa quarta edizione. I vini concorreranno nelle seguenti categorie: vini bianchi, vini da uve bianche sottoposte a macerazione (Orange), frizzanti, Metodo Charmat, Metodo Classico, vini rossi, passiti. I commissari saranno coadiuvati dagli studenti del corso enotecnico in tutte le operazioni della rassegna.

Cosa sono i vini PIWI
Le viti di varietà PIWI sono state selezionate per avere dei caratteri di resistenza naturali alle principali malattie fungine, richiedendo perciò un numero ridotto di interventi fitosanitari. Anche se a livello europeo queste varietà sono ammesse nelle diverse dop, in diverse regioni italiane la loro coltivazione non è stata ancora autorizzata, nemmeno per produrre vino IGT o generico.
Il Registro Nazionale delle Varietà di Vino comprende 36 varietà PIWI e la superficie coltivata con queste varietà supera alcune migliaia di ettari; in Veneto si trova la superficie più ampia, poi in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Emilia e Marche, Piemonte, Lazio e Campania.

FEM e lo sviluppo dei vitigni resistenti
Con questo evento la FEM intende valorizzare anche l’attività di ricerca e sperimentazione sulle varietà tolleranti che ha portato ad iscrivere del Registro nazionale quattro nuove selezioni, grazie alla preziosa collaborazione del consorzio CIVIT: Termantis, Nermantis, Charvir e Valnosia.

La storia del miglioramento genetico in FEM ha una lunga data, circa un secolo dai tempi di Rebo Rigotti. FEM ha intrapreso un’intensa attività di selezione genetica finalizzata alla resistenza, realizzando un piano di incrocio sin dal 1987. Oggi si producono circa 35-40 mila semi l’anno suddivisi in circa 100 combinazioni di incrocio. Questa attività (piramidazione) permette di selezionare genotipi con diversi caratteri di resistenza verso le diverse malattie (oidio, peronospora, marciume nero ecc…). Per rendere più efficiente la fase di selezione si utilizzano le tecniche di selezione con marcatori dei caratteri di resistenza alle malattie fungine. Oltre a questo obiettivo, FEM vanta un’intensa attività di incrocio anche tra i genitori piramidizzati e le varietà di Vitis vinifera più coltivate in diverse aree nazionali, tra le quali Chardonnay, Sangiovese, Montepulciano, Verdicchio e Schiava.

Uff. Stampa FONDAZIONE EDMUND MACH

Di Redazione

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