Quando pensiamo al vino italiano, la mente corre immediatamente ai vigneti del Chianti, alle bollicine del Prosecco o ai rossi robusti del Piemonte. Ma oltre ai territori di produzione, esistono luoghi dove il vino diventa parte integrante della vita quotidiana, dove enoteche e wine bar non sono solo punti vendita, ma veri centri di aggregazione sociale e culturale.
L’Italia si conferma anno dopo anno come una delle grandi capitali mondiali del vino. Con 21,7 milioni di ettolitri esportati nel 2024, il nostro Paese è il primo esportatore al mondo per quantità e il secondo per valore, con 8,1 miliardi di euro, dietro solo agli 11,7 miliardi della Francia. Numeri che testimoniano non soltanto la forza produttiva delle regioni italiane, ma anche il radicamento culturale di una tradizione che unisce territorio, gastronomia e convivialità.
Per questo abbiamo scelto un approccio diverso dal solito: non limitarci alle cantine e ai vigneti, ma osservare come il vino entra nella vita quotidiana delle persone. Abbiamo analizzato l’interesse online per termini legati al vino, il numero di enoteche e wine bar presenti nelle città italiane, e la qualità percepita attraverso le recensioni degli utenti. Un metodo che permette di misurare non solo l’offerta e l’accessibilità, ma anche l’attrattività turistica e culturale di un territorio.
I risultati della nostra analisi riservano sorprese significative che ribaltano alcune percezioni comuni sul panorama enologico italiano.
Al primo posto troviamo Alba, con un punteggio di 6,34, a conferma del legame indissolubile tra la città piemontese e il suo territorio vinicolo di eccellenza, dalle Langhe al Barolo. Segue Siena (6,04), che consolida la reputazione della Toscana come una delle regioni più prestigiose al mondo per la cultura del vino. Sul terzo gradino del podio si colloca Olbia, che unisce l’attrattiva turistica della Sardegna a una sorprendente densità di locali dedicati al vino e a prezzi ancora accessibili.
Sul fronte opposto, la città meno “wine-friendly” risulta essere Milano. Nonostante il capoluogo lombardo ospiti numerosi wine bar ed enoteche in termini assoluti, la popolazione molto elevata abbassa drasticamente la densità di locali per abitante, mentre i prezzi medi più alti d’Italia penalizzano ulteriormente il risultato complessivo.
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Le città del vino per tradizione
Fuori dal podio, la prima sorpresa arriva da Bolzano, quarta con un punteggio di 5,62. La città altoatesina si conferma meta privilegiata per gli amanti del vino, grazie a un mix unico di tradizione e vitigni autoctoni che la rendono un punto di riferimento per l’enoturismo. Subito dopo, al quinto posto, Treviso con un 5,14: il cuore pulsante del Prosecco dimostra che la forza del Veneto non si misura solo nei volumi di produzione, ma anche nella qualità dell’esperienza urbana legata al vino.
Chiudono la top 10 alcune delle capitali vinicole storiche: Asti, che resta simbolo indiscusso delle bollicine piemontesi, Firenze, custode dell’eccellenza toscana e Parma, dove l’esperienza enogastronomica raggiunge alti livelli grazie al legame indissolubile tra vino e tradizione culinaria.
Il vino più cercato online dagli italiani
Dall’analisi delle ricerche online in Italia, emerge una netta preferenza per il Prosecco. Google Trends, che misura la popolarità dei termini di ricerca su una scala da 0 a 100, conferma che il Prosecco è la tipologia di vino più cercata online. Negli ultimi cinque anni, l’interesse medio per il Prosecco è stato pari a 32,1 posizionandolo ben al di sopra di tutte le altre categorie.
Questo dato si confronta con l’interesse per il vino rosso (valore medio di 25,6) e il vino bianco (valore medio di 19,6), a dimostrazione di come queste tre categorie dominino il dibattito enologico online. Lo spumante si attesta a un valore medio di 16, mentre il vino rosato mostra un interesse molto più contenuto, con un valore di 2.
La leadership del Prosecco è ulteriormente confermata dai dati sui volumi di ricerca mensili. Secondo le stime di Ahrefs, il termine “Prosecco” genera circa 19.000 ricerche mensili, un volume significativamente superiore a quello del “vino rosso” (circa 7.500 ricerche) e del “vino bianco” (circa 4.500). Anche lo “spumante” e il “vino rosato” mostrano volumi molto più distanti, con rispettivamente circa 1.600 e 1.500 ricerche mensili.
La combinazione di queste due analisi, che misurano rispettivamente l’interesse relativo e il volume di ricerca stimato, dipinge un quadro preciso: l’interesse degli italiani per il Prosecco non è un picco isolato (anche se l’interesse aumenta notevolmente nei periodi festivi), ma si traduce in un costante e massiccio numero di ricerche, evidenziando come non sia solo il vino preferito per il consumo, ma anche quello che suscita la maggiore curiosità e attenzione online.
Metodologia
Per valutare quanto una città sia “wine friendly”, abbiamo seguito un approccio strutturato in più fasi:
Selezione delle città: Abbiamo compilato una lista delle principali città italiane e delle regioni vinicole più conosciute.
Raccolta dei locali: Abbiamo individuato tutti i locali presenti nelle città selezionate, usando come query di ricerca “enoteca a (città)” e filtrato quelli appartenenti alla tipologia “wine bar”, “liquor store”, “pub”, “bar” escludendo ristoranti o altri locali che, pur comparendo come enoteche, non offrono principalmente vini. Questo ci ha permesso di ottenere un numero affidabile di locali realmente presenti in ogni città.
Valutazione della popolarità: Per capire quanto i locali siano conosciuti e frequentati, abbiamo calcolato la mediana dello user rating count, ossia il numero di persone che hanno assegnato un voto da 1 a 5. A differenza della media, che può essere influenzata da pochi locali molto popolari, la mediana mostra il numero di voti “tipico” di un locale, fornendo un indicatore più equo e rappresentativo, utile soprattutto per confrontare città di dimensioni diverse.
Valutazione della qualità: Per misurare la qualità dei locali, abbiamo utilizzato un rating ponderato basato sul numero di recensioni. In questo modo, un locale con 4,8 stelle su 500 recensioni pesa più di uno con 5,0 stelle su sole 3 recensioni, offrendo una misura più realistica della popolarità e della soddisfazione degli utenti.
Tutti i dati sono stati raccolti tramite Google Places API, che ci ha permesso di ottenere informazioni aggiornate e affidabili sui locali, evitando distorsioni legate a rilevazioni manuali.
Come è stato calcolato il punteggio finale
Il punteggio di ogni città è stato costruito combinando tre componenti principali:
Disponibilità (50%): numero di locali ogni 10.000 abitanti, per confrontare in modo equilibrato grandi città e realtà più piccole.
Qualità (40%): rating ponderato, che considera sia il punteggio sia la consistenza dei voti degli utenti.
Prezzo (10%): prezzo medio di una bottiglia di vino, normalizzato in modo inverso (più il prezzo è basso, più il punteggio è alto), per valutare anche la facilità con cui abitanti e visitatori possono godersi il vino in città.
Tutti i valori sono stati poi normalizzati su una scala da 0 a 10 e combinati secondo i pesi stabiliti, producendo un indice unico che ha permesso di stilare la classifica finale delle città più wine friendly.
Fonti
Areastudimediobanca
Epicentro.iss
Istat
Google Trends
Google Maps
Ahrefs
Numbeo
Fonte notizia: https://www.miglioricasinoonline.info/citta-italiane-wine-friendly/