Sono italiani i primi vasi vinari al mondo in cocciopesto, toscani per la precisione, che da soltanto pochi mesi dall’uscita sul mercato internazionale ed estero hanno già fatto molto parlare di sé. Sotto i riflettori delle principali emittenti televisive e raccontanti dai più importanti quotidiani e riviste, si sono presentati per la prima volta al Vinitaly 2015, e tra poche settimane sbarcheranno al Simei, Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento, con tre importanti novità: il nuovo vaso da 25 ettolitri che si va ad affiancare a quelli da 10 e 17 ettolitri e da 100 litri, i risultati delle prove di ossigenazione e di cessione dei materiali pesanti, e le valutazioni organolettiche.
Ma che cosa sono esattamente questi contenitori? I vasi vinari Drunk Turle sono recipienti, adatti per la vinificazione o per l’affinamento, prodotti con un materiale totalmente naturale ed antico, il cocciopesto, già conosciuto ed utilizzato dai romani e dai fenici, ma mai utilizzato, fino ad oggi, nel mondo dell’enologia. Questa storica miscela, composta da fermenti di laterizi macinati, sabbia, legante cementizio in bassa percentuale e acqua declorata ha caratteristiche, come la longevità, la resistenza ed un’elevata porosità, che la rendono unica ed irripetibile. La forma ovoidale scelta per i vasi Drunk Turtle è stata pensata per faciltare la condensazione dei gas della fermentazione e la creazione di moti convettivi utili al mosto.
Essendo un materiale nuovo per il mondo dell’enologia, prove come la cessione di materiali pesanti e l’ossigenazione sono state necessarie per potersi affacciare al meglio sul mercato e riuscire a concorrere con altri recipienti da tempo conosciuti ed utilizzati come quelli in cemento, materiale non certamente nobile, in terracotta, dalle piccole dimensione, ed in acciaio, dall’estetica fredda e respingente.
Da gennaio fino al 15 di ottobre sono state fatte le analisi per valutare la cessione di materiali pesanti che hanno dato ottimi risultati.
Le prove di ossigenazione sono state eseguite per 4 mesi, da giugno a settembre, ed anche queste sono state più che soddisfacenti.
Le valutazioni organolettiche, dal canto loro, proseguono da gennaio, e vengono svolte periodicamente comparando una partita di merlot in acciaio con una in cocciopesto. Il vino affinato in cocciopesto risulta, ad oggi, essere più aperto, pulito ed armonico, sia al naso che in bocca.
Ultima nata in casa Drunk Turtle, a seguito di svariate richieste da parte di produttori anche esteri, la 25 ettolitri che sarà presente al Simei.
Drunkle Turtle, perseguendo sempre la filosofia della qualità estrema, produce anche vasi vinari in getto di cemento 525 – titolo che sta ad indicare la tipologia più pregiata disponibile sul mercato – sabbia lavata, fibre di rinforzo naturali e acqua declorata.
Questi contenitori in cemento, che nascono in forma ovoidale come quelli in cocciopesto, possono essere personalizzati assecondando ogni desiderio, sia per ciò che riguarda le dimensioni, sia per ciò che concerne la decorazione esterna, e di essi è possibile richiedere anche forme personalizzate.
Drunk Turtle, sia per i vasi in cocciopesto che per quelli in cemento, non utilizza gabbie metalliche strutturali interne, al fine di evitare la formazione di dannose correnti elettrostatiche.
Drunk Turtle raccoglie le competenze di architetti, produttori vinicoli ed enologici, insieme per lavorare su di un nuovo modo di fare vino, grazie a materiali pregiati, naturali ed igienici, e grazie a forme ideali ed ideate per la vinificazione e per l’estetica della cantina.