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Il centenario della famiglia Santarelli

DiRedazione

Mar 10, 2014

Una storia intrisa di tradizioni, personalità carismatiche e innovazioni quella della Famiglia logo_santarelliSantarelli, che il 5 marzo 2014 ha festeggiato il Centenario della fondazione della “Ditta Berardino Santarelli & Figli, scegliendo così di celebrare chi per primo ha iniziato un’avventura nel territorio laziale.

La Ditta viene costituita da Emidio, Isidoro ed Antonio Santarelli e porta il nome del Fondatore Berardino, mercante di vino che lascia la nativa Capricchia, frazione di Amatrice, per raggiungere la città di Roma. Negli anni successivi, apre il primo “Vini & Olii” in Piazza Capranica 99, vicino al Pantheon, nel cuore della Capitale. Con il passare degli anni, la Ditta si sviluppa, inaugurando, in diverse zone della città, altri 11 “Negozi di vendita”.

Dino Santarelli, figlio di Emidio, nel 1955 fonda a Roma la “Santarelli S.p.A.”, dedicandosi all’imbottigliamento dei vini tipici del Lazio, esportati anche all’estero, in particolare in Canada.

Nel 1967 Dino Santarelli, affascinato dall’Agro Pontino, crea “Casale del Giglio” a Le Ferriere, in provincia di Latina, non lontano dall’antica città di Satricum, dando così vita ad una delle dinastie del vino più note del Lazio.

Anno dopo anno, la Famiglia Santarelli ha investito tempo e risorse allo scopo di creare una realtà nuova, diversa dalle altre, un’inedita sfida nel settore vitivinicolo dando valore a una terra cinta dai Monti Lepini e, al contempo, aperta verso il mare.

Un poderoso progetto di ricerca, iniziato nel 1985, ha condotto l’Azienda a produrre vini di rilevante qualità, negli anni sempre più considerati e apprezzati.

Negli anni Novanta, Antonio Santarelli, seguendo l’intuito paterno, ha portato avanti accurate sperimentazioni su quasi 60 varietà di vitigni diversi, con la preziosa collaborazione dell’enologo di origine trentina, Paolo Tiefenthaler. Significative sono state le collaborazioni di Attilio Scienza, Professore dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano, del Prof. Angelo Costacurta dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano (Treviso), del Prof. Fulvio Mattivi della Fondazione Edmund Mach – Centro Ricerca ed Innovazione dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige (Trento), nonché del Prof. Francesco Spagnolli, Preside di quest’ultimo. L’Agro Pontino è così divenuto, nel tempo, una realtà a cavallo tra una piccola Bordeaux e una Napa Valley italiana.

I primi risultati rilevanti sono stati riscontrati sulle uve rosse Syrah e Petit Verdot, e le bianche come Sauvignon, Chardonnay e, in seguito, Viognier e Petit Manseng. Ad oggi, sono 160 gli ettari di vigneto riconvertiti e numerose le nuove varietà introdotte, tutte caratterizzate dall’alto grado di interazione qualitativa “Vitigno-Territorio”.

E’ stato sviluppato, di recente, un progetto sulla vicina Isola di Ponza che ha permesso di riscoprire un antico vitigno locale, la Biancolella, varietà originaria della Campania, ora autoctona laziale, importata da Ischia nella metà del ‘700 ai tempi del Regno di Napoli sotto i Borbone.

L’attuale produzione della Cantina offre una gamma di 20 prodotti (bianchi, rossi, un rosato, una Vendemmia Tardiva, tre grappe e un olio).

I vini sono prodotti sia da monovitigni che da assemblaggi degli stessi.

Il principio sempre perseguito dall’Azienda è stato quello di una rigorosa ricerca della qualità mantenendo un adeguato equilibrio tra qualità e prezzo.

Antonio Santarelli, accanto all’impegno aziendale, da anni asseconda la sua grande passione: quella per l’archeologia. Da tempo, infatti, porta avanti il “Progetto archeologico di Satricum”, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, con i Comuni di Aprilia, Latina e Nettuno e con l’Università di Amsterdam sotto la direzione della Prof.ssa Marijke Gnade.

Gli scavi, condotti da una squadra di talentuosi archeologi, hanno portato all’individuazione della “Via Sacra”, che conduceva al Tempio della dea Mater Matuta, e al ritrovamento di un calice in ceramica usato per il vino risalente al V secolo a.C., facendo luce su una cultura enoica, sicuramente legata a queste terre fin dai tempi più antichi.

 

 

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