L’Istituto Espresso Italiana analizza l’importanza di conoscenza e cultura del caffè, a partire dalle terre
d’origine della materia prima. Innovazione e tradizione, insieme al racconto, per il futuro del settore.

Si è da poco concluso il viaggio di Alessandro Borea, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), in
Etiopia, culla del caffè e terra ricca di storia, biodiversità e innovazione. L’esperienza, nata dalla
collaborazione tra IPD No e IPD Import ProMotion Desk, ha rappresentato un’occasione unica per
approfondire la conoscenza diretta delle origini del caffè e delle evoluzioni che stanno interessando la
filiera locale. “Arrivare in Etiopia significa tornare là dove tutto ha avuto inizio,” racconta Alessandro
Borea. “La prima giornata tra i piccoli esportatori di Addis Abeba e la sessione di cupping presso Enku
Coffee mi ha permesso di assaporare profili aromatici straordinari, frutto della ricchezza genetica degli
heirloom locali e della crescente attenzione dei giovani professionisti etiopi alla tracciabilità e alla
qualità”.
Il viaggio si è poi spostato a sud-ovest, nella regione di Jimma, tra altipiani verdi e villaggi immersi tra le
piantagioni. “Jimma è il cuore pulsante di una tradizione millenaria che oggi si apre al futuro,” prosegue
Borea. “Le cooperative storiche e le nuove realtà imprenditoriali lavorano insieme per innovare senza
spezzare il filo con la tradizione. Visitare aziende modello come Haider Abamecham, Limmu Kossa e
Dehab Specialty Farm, camminare nelle foreste tra le piante di caffè, osservare le pratiche di selezione
e fermentazione, mi ha fatto comprendere quanto la biodiversità e la sostenibilità siano la vera
ricchezza di queste terre”.
In Etiopia il caffè cresce spesso in contesti forestali e semi-forestali, integrato nella vegetazione
naturale e protetto dagli alberi d’ombra. Le varietà coltivate, i cosiddetti landraces, rappresentano un
patrimonio genetico unico al mondo esempio anche per l’Italia da valorizzare ancora di più nella
promozione del caffè. “Credo fermamente che il futuro del caffè di qualità passerà dalla capacità di
esaltare questa diversità”, ancora Alessandro Borea.
L’ultima tappa del viaggio è stata la visita alla piantagione Tega Tula Coffee, emblema di una nuova
generazione di specialty farm dove innovazione, sostenibilità e ospitalità si fondono armoniosamente.
“Trascorrere due giorni immersi tra le piante di caffè, nel lodge della piantagione, ci ha permesso di
vivere in prima persona l’evoluzione della filiera etiope: una realtà capace di produrre caffè lavati,
naturali e anaerobici, puntando sempre all’eccellenza, solo conoscendo a fondo le origini possiamo
davvero comprendere e guidare il futuro del caffè”, conclude il presidente dell’Istituto Espresso Italiano.
L’Istituto Espresso Italiano.  L'Istituto Espresso Italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori
di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura
dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti. Maggiori
info: www.iei.coffee.

 

 

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