Contenere i danni diretti e favorire la ripresa della coltura dopo grandinate ed eventi estremi. È l’obiettivo del convegno organizzato da Condifesa TVB (Treviso, Vicenza e Belluno) e Edizioni L’Informatore Agrario giovedì 30 marzo nel trevigiano (Arcade, Ristorante Tre Pioppi, ore 15), territorio che lo scorso anno, nella notte tra il 24 e 25 maggio, è stato colpito da violente grandinate e raffiche di vento con danni che hanno interessato più dell’80% dei vigneti. L’appuntamento, che si inserisce nell’ambito della rassegna Vite in campo tour, punta a delineare strategie concrete di risposta a eventi avversi come quelli che si sono verificati la scorsa primavera, a partire anche da alcuni casi studio sperimentati dagli organizzatori direttamente in campo, oggetto di una visita guidata nei vigneti delle aziende agricole Caramini e Rossetto (ore 16). Qui sarà possibile osservare “I tre approcci di potatura”: Sylvoz potato (totale), Sylvoz non potato, e doppio capovolto con speroni attivi (con dimostrazione di “stralciatura e piegatura” dei tralci).
Per il presidente di Condifesa TVB, Valerio Nadal: “Vogliamo affiancare i viticoltori non solo nella fase di indennizzo. L’agricoltore che deve affrontare un ‘danno totale’ da avversità atmosferiche vive una grande incertezza, e proprio per dare risposte e strumenti concreti ai nostri soci viticoltori abbiamo fortemente voluto un momento di approfondimento dedicato al vigneto colpito da un evento traumatico straordinario come la grandinata del 24 maggio 2022. La potatura – conclude Nadal – è forse la più importante delle operazioni colturali perché con essa il viticoltore pone le basi per il corretto equilibrio vegeto-produttivo”.
“Quando eventi distruttivi quali gelate tardive e violente grandinate colpiscono il vigneto – anticipa Tommaso Frioni, ricercatore dell’Università Cattolica di Piacenza che al convegno analizza le “Risposte fisiologiche della vite a un evento grandinigeno” –, le alternative per il viticoltore sono generalmente due: provare a difendere le uve sfuggite ai fenomeni estremi, o, nei casi più gravi, rivolgere le sue attenzioni al rinnovo della forma di allevamento. Tuttavia, non sempre è possibile desumere l’entità reale dei danni sulle uve e sul tralcio, soprattutto; la tempestività di esecuzione di eventuali interventi, inoltre, può essere determinante. In tale chiave, la conoscenza di alcuni processi fisiologici della vite può venire in soccorso”.
Secondo l’agronomo Enzo Corazzina, protagonista del focus sulle buone pratiche in vigneto: “A seguito di una grandinata, più o meno intensa, comunque sempre dannosa, le scelte agronomiche che il viticoltore deve adottare tempestivamente dovranno mirare anzitutto a una rapida cicatrizzazione delle ferite, sia sui tralci che sui grappoli, tramite l’applicazione di prodotti fungicidi, a base di sali di rame in particolare e nel rispetto dei tempi di carenza. Inoltre, va stimolata una buona ripresa vegetativa, anche per mezzo di speronature dei germogli nel caso di forti grandinate primaverili, al fine di ottenere a fine stagione tralci ben lignificati in grado di resistere ai rigori invernali. Infine, con la potatura invernale, sarà necessario lasciare una maggiore carica di gemme per ceppo e per ettaro, data la minore fertilità che le viti grandinate manifestano normalmente”.
“Questo convegno – conclude Antonio Boschetti, direttore dello storico settimanale che si occupa di agricoltura da più di 70 anni – si inserisce nel filone in Tour di Vite in campo, un format realizzato con il Consorzio di Difesa per sostenere le imprese vinicole e vitivinicole e che quest’anno aggiunge un tassello con proposte formative e approfondimenti anche sulla gestione di situazioni critiche o emergenziali”.
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Ufficio stampa Edizioni L’Informatore Agrario