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Tedeschi, un’azienda all’insegna della distintività

DiAlice Lupi

Mag 5, 2023

Oggi nelle imprese, che sono condotte da persone, sono messi in campo progetti e programmi che esplicitano, o meglio fanno affiorare, la propria distintività. Nel mondo del vino, dove la concorrenza (stressante/stimolante) è abbondante, questo punto si fa preponderante per taluni; e così la cura verso la qualità, lo studio dei fattori della vigna e poi dei risultati in cantina sono sempre più attenti e mirati, volti a comunicare una diversità evidente.

Nella Valpolicella vi è la cantina Tedeschi che ha cercato di tracciare una realtà aziendale non omologata che valorizzi i suoi prodotti enologici ed esprima “il senso del luogo di un vino” ovvero l’aspetto legato alla qualità sensoriale specifica.

Da questa visione, nel 2007, sono state prese le mosse per uno studio mirato -svolto dalla famiglia Tedeschi con il Prof. Maurizio Ugliano e in collaborazione con il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona – sui caratteri aromatici delle uve e dei vini da singoli vigneti e sui principali fattori coinvolti nella loro espressione.

In altre parole, il team di studiosi è partito dal quesito “Cosa c’è nell’uva che fa sì che poi i vini si esprimano in maniera molto diversa?

Lo studio, durato tre anni, ha preso in esame il vino Amarone e in particolare le uve Corvina e Corvinone provenienti dai siti: Monte Olmi e La Fabriseria (Valpolicella Classica) e Tenuta di Maternigo (Valpolicella orientale) di proprietà della famiglia Tedeschi.

L’obiettivo era capire la presenza di un’impronta aromatica caratteristica quale elemento identificativo di un luogo e di un terroir.

Un grande lavoro spiegato dal Professor Ugliani alla stampa lo scorso aprile: «Le uve della Valpolicella […] sono varietà (Corvina, Corvino e Rondinella) dal punto di vista fenolico non molto cariche però sono vini che hanno un corredo aromatico interessante che si sviluppa, innanzitutto, durante la vinificazione» che generano poi gli aromi distintivi.

Con apposite analisi eseguite in laboratorio lo studio ha evidenziato che «Quasi tutti i vini erano estremamente diversi».

Nel primo anno (2017) il team di studiosi ha individuato un certo elemento di diversità presente sui siti studiati: «I vini rossi della Valpolicella sono ricchi di terpeni –  prosegue il Professor Ugliano –  Abbiamo trovato un elemento abbastanza distintivo, dei siti sui cui abbiamo fatto lo studio, ed è il cineolo».

Nei due successivi anni (2018 e 2019) le uve sono risultate avere pochissimi terpeni.

Così il gruppo di lavoro, avvalendosi dell’analisi multivariata, giunge al risultato «che l’elemento più mascherato, in questa tipicità geografica, era l’annata. Il fattore annata è assolutamente dominante per quello che può esser la capacità di un sito di dare vini distintivi per la loro provenienza geografica – chiosa Ugliani. Noi abbiamo identificato i terpeni come elemento caratterizzante e distintivo di un vigneto all’altro […]. La diversità è un elemento ricorrente che ogni vigneto ha, che si ripresenta ogni anno con un’intensità diversa ma è comunque la sua caratteristica. Concetto chiamato impronta aromatica (o firma aromatica) qualcosa di assolutamente identificativo della provenienza».

Nel prosieguo dello studio è emerso un elemento che rispondeva ad un’ulteriore domanda degli studiosi “Perché alcuni vigneti danno sempre vini ricchi di esteri? Tenendo conto che il lievito è il medesimo per tutte le fermentazioni”. «Uno degli elementi che determinano quanto questi esteri sono prodotti da un dato lievito è quanto azoto il lievito ha a disposizione – chiarisce il professor Ugliano. Perché essendo un nutriente che il lievito utilizza per produrre alcuni costituenti cellulari se c’è questo nutriente in quantità maggiore vengono prodotti esteri in quantità maggiore da parte del lievito […]. Ecco che si spiega il legame tra gli esteri, questi elementi legati alla sfera fruttata e fermentativa, e la quantità di esteri che viene prodotta e il luogo di provenienza delle uve».

Uno studio sulle uve (fresche e appassite) oltre che sui vini, qui sintetizzato, che ha richiesto tempo, energie, calcoli, verifiche…Da provare i vini che sono coerenti con quanto descritto come il  Monte Olmi è il nome del vigneto situato a Pedemonte di Valpolicella, nel cuore della Valpolicella Classica. Negli anni 60, Renzo Tedeschi ebbe la felice idea di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi per dare origine a uno dei primissimi Cru della Valpolicella.

 

Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva 2016.

Note viticole

Suolo: argilloso rosso e calcareo (30% di cui 5% attivo) di origine morenica.

Densità di impianto: 3500 piante/ettaro.

Età del vigneto: 20 anni (età media).

Allevamento vite: Pergola trentina.

Potatura: 10/14 gemme/pianta.

Produzione: 6000 kg/ettaro.

Varietà uve: 30% Corvina, 30% Corvinone, 30% Rondinella, 10% Oseleta,

Negrara, Dindarella, Croatina e Forselina.

 

Tecnica di produzione

Vendemmia: fine settembre, inizio ottobre.

Appassimento uve in fruttaio: controllo umidità dell’ambiente circa 4 mesi.

Pigiatura sofice

Fermentazione alcolica e macerazione: 40/60 giorni/temperatura 15° C.

Affinamento in botti di Rovere di Slavonia: 4 anni.

Imbottigliamento e affinamento in bottiglia: 6 mesi.

 

Descrizione del vino

Colore: rubino intenso. Limpido e trasparente.

Olfatto: note di ciliegia, lampone e ribes rosso amalgamate a note di legno di Slavonia.

Gusto: elegante e robusta struttura, con buona acidità. La retro-olfazione conferma le note al naso. È un vino lungo e persistente.

Durata nel tempo: è un vino di lunga conservazione.

Abbinamenti: selvaggina e carni rosse, formaggi stagionati.

Servire a: 16-18° C.

 

Così come ogni essere umano attraverso comportamenti, atteggiamenti e azioni delinea un proprio tratto distintivo, altrettanto le aziende vitivinicole, coerentemente con la filosofia aziendale di chi le gestisce, esprimono nei propri vini le peculiarità di un territorio e dei vitigni che ne sono espressione. In un’epoca in cui la globalizzazione è una forza omologatrice, nasce la forte esigenza di distinzione, come si evince dallo studio citato e dalle politiche aziendali dell’azienda Tedeschi. Una differenziazione volta ad un unico obiettivo: farsi riconoscere attraverso la valorizzare le proprie peculiarità.

 

 

 

 

 

Crediti fotografici: le immagini di copertina, dei vigneti e delle uve sono state gentilmente concesse dall’Azienda Tedeschi

 

 

 

 

 

 

 

 

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