Si intitola “Il patrimonio invisibile-Depositi Aperti” l’operazione messa in atto dalla Direzione regionale Musei nazionali Marche per rendere visitabili le riserve del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, ovvero gli ambienti dove è conservata la parte musealizzata, ma non in esposizione, del patrimonio archeologico dal territorio marchigiano. Grazie a un importante investimento di 800mila euro nell’ambito del PNRR, il primo deposito museale delle Marche che aprirà alle visite del pubblico sarà quello del Museo Archeologico Nazionale delle Marche a Palazzo Ferretti, ad Ancona (MAN Marche) quando i reperti che non fanno parte del percorso museale potranno “dialogare” col pubblico.

L’inaugurazione è fissata per martedì 16 dicembre alle ore 12, alla presenza del Direttore dei Musei nazionali delle Marche, Luigi Gallo, e del Direttore del MAN Marche, Diego Voltolini; poi durante la giornata di inaugurazione – che sarà a ingresso gratuito per tutto il museo – le visite ai depositi, che saranno diventate parte integrante del percorso museale e dell’offerta culturale stabile del MAN Marche, proseguiranno fino alle ore 23.

L’idea dei depositi aperti
L’obiettivo dell’intervento è stato sin dall’inizio la creazione di un “deposito aperto”, visitabile e accessibile a tutti i visitatori, comprese le persone con disabilità, adeguando gli spazi attraverso la rimozione di barriere fisiche e mediante una riorganizzazione concettuale degli strumenti e dei contenitori per la conservazione del patrimonio.

«Quando nel 2020 ebbi l’opportunità di entrare per la prima volta nei depositi archeologici del MAN Marche – dice Gallo –, i più importanti di tutta la regione, pensai subito che quei luoghi dovevano diventare spazi vitali, accessibili e accoglienti, per restituire al pubblico il ricchissimo patrimonio invisibile che contengono. Ora, grazie agli importanti interventi realizzati con il PNRR coordinato dalla Direzione Generale Musei, abbiamo il primo deposito archeologico delle Marche accessibile da parte del pubblico, attrezzato anche per accogliere studiosi e ricercatori, perché la conoscenza sempre più ampia e approfondita del patrimonio è il cardine sul quale costruiamo quotidianamente la concreta valorizzazione di ciò che abbiamo l’onore e l’onere di custodire e di trasmettere alle future generazioni».

Da parte sua, Voltolini aggiunge che «I depositi sono il dietro le quinte della vita di un museo, sono il luogo in cui archeologi, restauratori, ricercatori lavorano per far sì che il patrimonio archeologico, pubblico, sia una vera risorsa. Com’è noto, il percorso espositivo stabile di un museo rappresenta, solitamente, solo una piccola percentuale del patrimonio che custodisce: grazie al progetto PNRR ‘Depositi aperti – l’accessibilità al patrimonio invisibile’ il MAN Marche ora offre un’esperienza nuova ai visitatori, che potranno scoprire ciò che di solito non si vede, con la visita di un vero deposito museale, con le nostre ricchissime collezioni archeologiche».

Lo sviluppo di queste idee si è svolto anche grazie a una fruttuosa convenzione di ricerca stipulata con la Scuola di Specializzazione in beni architettonici dell’università Federico II di Napoli, che in nove mesi di intenso lavoro di studio ha permesso, fra il 2021 e il 2022, di approfondire la conoscenza sia di Palazzo Ferretti, sia dei suoi allestimenti museografici (studi raccolti nel volume Palazzo Ferretti ad Ancona. Architettura, restauro, allestimento, ed. Artem 2024), offrendo linee di sviluppo per riqualificare gli spazi oggi trasformati in depositi aperti.

Questa nuova area visitabile si colloca infatti al di sotto della terrazza vanvitelliana, in spazi architettonicamente significativi per la storia di Palazzo Ferretti e mai visti fino ad oggi dal pubblico. La destinazione a depositi visitabili e sala studio valorizza questi ambienti sfruttandone e migliorandone le loro caratteristiche strutturali: locali con possibilità di luce naturale e ricambio d’aria, accessibilità garantita in diverse modalità, facile percorribilità e ampia metratura. L’ottimo connubio fra esigenze di conservazione e possibilità di valorizzazione e restituzione al pubblico.

Un “biblioteca” di oggetti
Il percorso museale del MAN Marche è il racconto del tempo dell’uomo nel territorio marchigiano, le cui parole sono i singoli reperti, ognuno dei quali scelto per aggiungere un significato alla narrazione. I depositi archeologici sono invece la grande “biblioteca” dalla quale sono state estratte tutte le parole del racconto, un immenso patrimonio invisibile che rappresenta circa il 90% delle collezioni del Museo: più di 180mila reperti raccolti in oltre 160 anni di storia museale. Un immenso patrimonio da conservare, da conoscere e da valorizzare, restituendolo quanto più possibile alla fruizione pubblica. L’idea della “biblioteca di oggetti” ha quindi guidato la progettazione dei depositi visitabili: un luogo nel quale sono conservati, con ordine e accessibilità, reperti e contesti archeologici concepiti come volumi da sfogliare per leggerne la storia, ordinati sistematicamente con criteri tipologici e topografici.

E come accade in ogni biblioteca ben organizzata, uno spazio è dedicato alla consultazione: è la sala studio del MAN Marche. In questo luogo il Museo accoglie e mette in condizione di lavorare gli studiosi e i ricercatori che sono impegnati sul patrimonio archeologico.

Il lavoro progettuale ha sviluppato l’idea fondamentale di valorizzare gli spazi sulla base delle loro caratteristiche intrinseche: oltre alla grande sala della biblioteca di oggetti, le due gallerie perimetrali accolgono i numerosi mosaici da tutta la regione e una selezione del ricco la lapidario epigrafico, oltre alla moltitudine di anfore, testimoni delle rotte commerciali antiche.

In particolare la prima sala, di interscambio fra percorso espositivo e accesso, è concepita come anello di congiunzione fra il percorso museale, la storia di Palazzo Ferretti e le funzioni di deposito. In questa sala infatti emerge dal sottosuolo, nel ventre del palazzo, la stratigrafia muraria che mostra il palinsesto di storia precedente a Palazzo Ferretti, l’Ancona medievale, in un gioco di scambi e rimandi con i reperti medievali inseriti in questo spazio.

Conservare e tutelare
Ogni percorso di valorizzazione prevede, a monte, la necessaria cura per la conservazione e tutela del patrimonio. In questi anni la Direzione regionale musei nazionali Marche ha dotato i propri musei maggiori di laboratori attrezzati per gli interventi conservativi, per i restauri e le manutenzioni sul patrimonio culturale. Al MAN Marche è stato possibile allestire un laboratorio di restauro, sotto il coordinamento degli eccellenti funzionari restauratori in servizio presso la Direzione regionale dei musei nazionali delle Marche, adottando le medesime linee progettuali dei depositi: valorizzando e sfruttando le caratteristiche della struttura esistente, il nuovo laboratorio ha luce naturale, comodo accesso e facile collegamento con i depositi, oltre alla dotazione di strumentazione all’avanguardia. Il tutto inserito nella cornice fisica e concettuale dei depositi museali pensati come luogo vitale per il lavoro quotidiano e concreto del Museo e di tutta la sua squadra.

Per la memoria civica e nazionale: il “deposito macerie”
La lunga storia del MAN Marche è stata segnata anche da momenti tragici. Fra questi la distruzione del Museo nella sua sede presso l’ex-convento di San Francesco alle Scale a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Le sale e le teche ancora allestite con i reperti furono pesantemente danneggiate dal crollo dell’edificio: una lunga operazione di rimozione degli oltre 9mila mq di macerie permise di recuperare almeno una parte delle collezioni, perdendo spesso però l’indicazione della provenienza originaria dei reperti, con un irrimediabile danno per la conoscenza. Oggi nella sala dedicata al deposito macerie si conservano alcune delle teche originali, ma restaurate, del vecchio Museo e una selezione dei numerosissimi reperti che, seppur privati della loro provenienza e quindi della loro storia, raccontano una delle pagine più buie della storia della città di Ancona e dell’Italia.

La sala permette inoltre di aprire una finestra sulla museologia e sulle modalità di approccio alla valorizzazione dell’antico adottate in passato, riportando alla vista la ricostruzione di Innocenzo Dall’Osso – non scientifica – del carro della celebre tomba principesca di Fabriano.

La conservazione della memoria e dell’identità dei luoghi e il dovere civico di tramandarle si concretizza inoltre nelle operazioni di restauro poste in atto nell’ex-via dell’Arsenale. Si tratta un lacerto del tessuto urbano dell’Ancona pre-bellica, una delle stradine che collegavano il colle Guasco al porto antico attraversando la proprietà dei conti Ferretti, uno scorcio superstite dell’Ancona scomparsa, così importante e rappresentativo da essere stato anche set naturale per Ossessione, il film che Luchino Visconti girò ad Ancona nel 1943.

Oggi questo vicolo, che è incluso nella struttura del MAN Marche, torna a essere visitabile, inserito negli spazi appena riqualificati.

 

Info Museo
Museo Archeologico Nazionale delle Marche
Palazzo Ferretti, via G. Ferretti 6, Ancona
Orari: da MA a GI ore 8.30-13.30; VE-SA ore 8.30-19.30; DO ore 14.00-19.30
Inaugurazione delle visite al deposito: MA 16.12 ore 12
Ingresso MAN Marche: 5 euro (intero), 2 euro (ridotto); ingresso MAN Marche + Anfiteatro romano di Ancona (il biglietto consente la visita al Museo anche nella prima giornata di apertura successiva al giorno di visita dell’Anfiteatro): 8 euro (intero); 2 euro (ridotto)