Presentato oggi a Roma il XIII Rapporto Qualivita-Ismea, indagine socio-economica dei comparti agroalimentare e vitivinicolo Dop e Igp che ha confermato la leadership del COPERTINA RAPPORTO ISMEA QUALIVITA 2015nostro Paese nel settore.

Dai dati è emerso infatti che l’Italia conta il maggior numero di prodotti certificati: 805 quelli iscritti nel registro UE, di cui 282 Food e 523 Wine, per un valore complessivo di 13,4 miliardi, pari al 10% del fatturato totale dell’industria alimentare. “Qualità agroalimentare è sempre più sinonimo d’Italia. La nostra leadership nel settore dei prodotti a denominazione – ha affermato il Ministro Martina – non è fatta solo di numeri importanti, ma è l’espressione della forza di un tessuto economico e produttivo strettamente connesso ai territori”.

Bene anche l’export delle Ig che vale 7,1 miliardi di euro, ovvero il 21% dell’ammontare complessivo delle esportazioni agroalimentari nazionali. Il rapporto ha segnalato infine la crescita della produzione dei vini di qualità in Italia con circa 23 milioni di ettolitri e un valore stimato di 7 miliardi di euro.

I vini DOP e IGP contano 523 riconoscimenti, una superficie iscritta a pari a 464mila ettari e una produzione che, pur non esprimendo tutte le sue potenzialità, arriva intorno al 50% del totale in volume. La produzione di DOP e IGP nel 2014 è stata di quasi 23 milioni di ettolitri, di cui 21 milioni imbottigliati per un totale di 2,8 miliardi di bottiglie (+2% rispetto al 2013).

Il valore alla produzione complessivo si attesta intorno ai 7 miliardi di euro, mentre l’export, che ha raggiunto un volume complessivo di 13,5 milioni di ettolitri (+3% rispetto al 2013), raggiunge i 4,3 miliardi di euro (+4%).

Le prime dieci DOP rappresentano oltre la metà della produzione totale sia a volume cha a valore: le prime quattro denominazioni (Prosecco DOP, Asti DOP, Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOP e Chianti DOP) con oltre 620 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 22% del totale.

Nelle IGP la concentrazione è ancora più forte: le prime 10 rappresentano oltre l’80% sia a volume cha a valore, mentre le prime quattro denominazioni (Delle Venezie IGP, Terre Siciliane IGP, Veneto IGP e Emilia IGP) con 407 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 59% del totale.

 

Di Redazione

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