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Non chiamateli i vini dell’estate: quando è l’attesa che fa la differenza

DiRedazione

Lug 5, 2023

Eleganti, leggeri, profumati, ma anche setosi, persistenti e, soprattutto, dalla grande capacità evolutiva. Sono questo e molto altro i vini rosè di Costaripa, l’azienda viticola di Moniga del Garda dove, alla ricerca della massima qualità, si unisce da sempre l’estro e il talento del suo enologo e patron, Mattia Vezzola, che negli anni ha permesso alla cantina di distinguersi nel panorama nazionale e non solo. Lo ha fatto a partire da una delle tipologie più nobili e rappresentative del Lago di Garda, il Rosé Valtènesi di cui ha saputo reinterpretare il profilo sensoriale, rendendolo unico e contemporaneo.
Anticonformisti e all’avanguardia. È dunque così che Costaripa racconta i suoi rosè, ma con un monito: sono vini che trovano nell’attesa la loro migliore espressione. E non solo sono adatti al momento dell’aperitivo, ma – grazie all’ampio ventaglio aromatico che offrono – si sposano perfettamente a numerosi piatti della cucina italiana internazionale, raffinata e speziata.

I rosé firmati Costaripa sono infatti considerati da sempre vini innovativi che trovano proprio nel valore del tempo il loro apice qualitativo; famosi per i loro colori tenui cipria e perla, la succosità naturale che porta alla memoria il sole e le brezze mediterranee e di lago, in particolar modo, per la rinomata e spiccata capacità evolutiva dovuta essenzialmente ad una lavorazione antica e di tradizione che permette di amplificare il volume aromatico e gustativo del prodotto finale.
E se è la longevità il carattere distintivo dei rosè Costaripa, essa è possibile solo grazie all’approccio che al meglio definisce Vezzola e lo stile dei suoi vini: quello dei vecchi Champagne più eleganti, a cui l’enologo si ispira sin dagli anni ’70 quando quel “viaggio illuminante” nella regione francese, dette avvio alla sua forte passione per i vini di effervescenza più nobile, che oggi si traduce in vini estremamente complessi, raffinati, eleganti e longevi, realizzati grazie a una vendemmia rigorosamente manuale, all’utilizzo esclusivo del mosto fiore e alla fermentazione nelle celebri botti di rovere bianco.

“Oggi i vini rosè vengono troppo spesso accostati a una tipologia di target, quella delle donne, e a un particolare momento dell’anno, l’estate. Freschi, leggeri, poco impegnativi e perfetti per i piatti estivi; troppo spesso la categoria dei rosé viene confinata a una dimensione che non le appartiene. O, almeno, non in modo esclusivo” – commenta Mattia Vezzola – “Perciò, ora più che mai ci teniamo a raccontare i nostri rosè, che vanno esattamente a sfatare questo mito e che, per questo, possono e devono essere riconosciuti al pari dei più rinomati vini bianchi. Dal RosaMara al PalmArgentina che hanno una longevità di almeno 2-4 anni, fino al Molmenti che trova la sua migliore espressione in, addirittura, 10-15 anni: le nostre etichette rosé sono il frutto di lunghi studi e, soprattutto, di una forte intraprendenza. Sono espressione di eleganza e anticonformismo”.

Dalla vendemmia all’affinamento, l’attenzione di Costaripa per i suoi rosè
Una cura minuziosa che prende le mosse sin dal lavoro in campo: le uve dei rosè Costaripa sono infatti selezionate esclusivamente tra quelle nelle zone pedecollinari esposte al sorgere del sole, raccolte a mano a raggiungimento della perfetta maturazione e solo nelle prime ore del mattino. Ma non solo, il lavoro in vigna assume una importanza ulteriore grazie alla selezione massale usata fino dal 1928 per la riproduzione della vite, tecnica che – grazie a studi portati avanti da ben tre generazioni. – Per questo Vezzola oggi mette in campo questo patrimonio ottenendo la massima variabilità genetica all’interno della stessa varietà di pianta. Una volta in cantina, dopo la diraspatura, il mosto rimane in contatto con le bucce il tempo necessario ad ottenere la massima estrazione qualitativa di precursori aromatici, gustativi e dei sali minerali. Il mosto viene quindi separato dalle bucce secondo la più tradizionale “vinificazione a lacrima”, usando, cioè, il puro fiore attraverso lo sgrondo statico prima della fermentazione, ottenendo così un mosto che può essere definito il “cuore dell’acino”. A seguire, l’affinamento che prevede da sempre l’utilizzo di piccole botti di rovere bianco per le fermentazioni e l’elevazione, al fine di aumentare la capacità di questi grandi vini di attraversare il tempo. Infine, parola-chiave e concetto a cui Vezzola tiene molto perché la longevità dei vini possa dirsi carattere distintivo di una cantina è la costanza, ossia la capacità di mantenere un’alta qualità del prodotto finale negli anni e di rispettare un preciso stile aziendale, per dare vita a prodotti d’eccellenza e allo stesso tempo riconoscibili.

È dunque un’attenzione al dettaglio dalla vigna alla cantina quella di Costaripa, che si unisce a una filosofia aziendale basata sulla massima espressione del territorio e delle varietà delle uve, con un occhio di riguardo alla tutela della biodiversità. Il tutto all’interno di un territorio unico con caratteristiche climatiche ideali – una sorta di “enclave mediterranea” ai piedi delle Prealpi – che lo rendono prima di tutto unico e naturalmente vocato proprio alla produzione di vini rosé di straordinaria qualità.

 

I ROSÉ COSTARIPA

Costaripa RosaMara
Realizzato con uve Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera, il RosaMara si distingue per il suo colore leggerissimo di rosa appena fiorita, quasi perla, caratteristico di una sofficissima e delicata vinificazione. È caratterizzato da un profumo invitante, speziato, sottile nella più verticale eleganza; da note fruttate di pesca e piccoli frutti rossi, da un sentore leggero di fiori di biancospino, amarena e melograno. Al palato presenta una tessitura setosa; è armonico, ampio, ricco di ottima persistenza e sapidità. Ha un finale secco con assenza di zuccheri residui, leggerissimo di frutta esotica e mandorla amara. La vinificazione è “a lacrima”: il mosto viene separato dalle bucce attraverso l’azione della gravità, concentrando così le rese solo all’estrazione della parte più nobile dell’uva. Ha una longevità di 2-4 anni e si abbina con pesce bianco crudo, ricciola, dentice, capasanta scottata, pepata di cozze e tutte le insalate mediterranee.

Costaripa Molmenti
Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera sono le uve che danno vita al più rappresentativo dei rosati Costaripa: il Molmenti. Un vino dal colore leggero oro rosa lucente, con tenui riflessi color pesca. Si distingue per un profumo ricco e complesso; di fiori bianchi dolci e piccoli frutti rossi. È in grado di raccogliere nel tempo nuances di leggera vaniglia e consistenti note iodate. Al palato presenta una perfetta corrispondenza gusto-olfattiva: ha una struttura avvolgente, è ampio e complesso con una originalissima sapidità e persistenza e una freschezza croccante che stimola al bere. Anche in questo caso la vinificazione è “a lacrima” e la longevità è di 10-15 anni. Si abbina con cibi mediterranei, crostacei, tonno cotto e crudo, spada marinato agli agrumi, ma anche con carpaccio di vitello o carne bianca in crema di tartufo di stagione, con risotto con verdure e conchigliacei.

Costaripa PalmArgentina
Realizzato con uve Groppello, Marzemino con una piccola integrazione di Moscato rosa, il PalmArgentina è un vino dolce che presenta un color rosa corallo vivido e brillante. È suadente all’olfatto con note di frutta fresca estiva, fermi sentori di melone, albicocca, ciliegia, ananas e confettura di fragola e lampone.
Al palato, la moderata gradazione alcolica restituisce una percezione dolce molto ben governata dalla freschezza e dalle delicate note di frutta candita. Si abbina perfettamente ai dessert con frutti di bosco, gelato, zabaione montato con frutta estiva Come pesca, albicocche e melone.

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